Sulla sanità pubblica si sta per abbattere un uragano Spesa sanitaria in calo e conseguente aumento dei rischi per la salute degli italiani

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Dai dati Osservasalute 2016: aumento divario nord-sud, popolazione più vecchia, spesa sanitaria in calo, aumento rischi salute degli italiani

I dati che emergono dal rapporto Osservasalute 2016 ci raccontano di un Italia in cui aumenta il divario nord-sud, con disparità di accesso all’assistenza tra strati sociali che inevitabilmente si riflette sulla salute dei cittadini.

Per questo concordiamo con la ministra Lorenzin quando sostiene che «il 5% delle risorse da impegnare in prevenzione è un target ancora mancato» e che «sarebbero necessarie più risorse».

Ma un altro uragano si sta abbattendo sulla sanità pubblica e inciderà sulla salute degli italiani.

Non solo la popolazione invecchia e le malattie croniche aumentano con la speranza di vita.

Anche i Medici e i Veterinari dei dipartimenti di prevenzione delle Asl sono invecchiati senza però che vi sia stato ricambio nei luoghi di lavoro e, fermati prima dalla riforma Fornero, stanno ora per andare in pensione in blocco: in 5 anni verrà a  mancare  il 30% degli organici.

“In queste condizioni, per prevenire le malattie cronico degenerative e i rischi infettivi per la salute umana e animale ormai si fa il possibile ma non il necessario – ha dichiarato il Presidente di FVM Aldo Grasselli.

Il ministero dell’economia dovrebbe valutare non solo il quantum dei risparmi generati dai tagli alla sanità pubblica ma anche l’ammontare dei costi nel medio e lungo periodo, perché, se come insegnava John Maynard Keynes «nel lungo periodo saremo tutti morti», resta l’enigma di quanta vita resti alla nostra generazione. In futuro – a meno che nel nostro futuro non ci attenda l’Exit dalla sanità pubblica – ci saranno sempre altre generazioni di italiani da proteggere e da curare e non crediamo che l’amara previsione di Keynes possa essere compatibile con l’art. 32 della Costituzione.

La salute degli italiani è anch’essa un valore, che non deve essere dissipato”. (Fonte: Sindacato Medici Italiani)