Attraverso una nuova nota di chiarimento viene ribadito come “non sussiste obbligo di certificazione per chi esercita attività ludico-motoria”. Per quanto riguarda l’attività non agonistica il Ministero chiarisce che l’obbligo riguarda solo “le persone fisiche tesserate in Italia che svolgono attività regolamentate”. Ma sarà il Coni a dover fornire le indicazioni precise entro la fine di ottobre. LA NOTA
Il tormentone sull’obbligo o meno della certificazione medica per lo sport non agonistico che negli ultimi anni ha creato molti disagi e dubbi a cittadini, medici e titolari di centri di attività sportiva, palestre e piscine, vive una nuova puntata. Il Ministero della Salute torna nuovamente sul tema e lo fa a 360 gradi con una nota dell’ufficio legislativo in cui “risponde soprattutto alle numerose richieste di chiarimenti che giungono all’Amministrazione sulla sussistenza o meno dell’obbligo della certificazione per coloro che svolgono attività sportive non agonistiche organizzate dal Coni, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate e agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni (Vedi Linee guida Ministero)”. La nota ribadisce che “non sussiste obbligo di certificazione per chi esercita attività ludico-motoria”.
Sull’attività non agonistica, che poi è il fulcro del problema, la nota specifica che per “coloro” che sono obbligati si intendono le “persone fisiche tesserate” e che le “definizioni riguardano esclusivamente i tesserati in Italia”.
Ma a chiarire ulteriormente quali saranno i tesserati in Italia obbligati al certificato medico sarà il “Coni che provvederà, inoltre, a fornire indicazioni entro il 31 ottobre per distinguere tra le diverse tipologie di tesseramento, in modo da limitare l’obbligo di certificazione ai “tesserati che svolgono attività sportive regolamentate” ed esonerare i tesserati “che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico” e quelli che “non svolgono alcuna attività sportiva”. (Fonte: Quotidiano Sanità)