Da SMI Nazionale: decreto bollette – Audizioni Camera dei Deputati

Print Friendly
Decreto Bollette – Audizioni Camera dei Deputati: “Contrari ad affidare a terzi parte dei servizi di emergenza-urgenza. Bene lo stop ai medici a gettone e le norme sulla violenza”
Dichiarazione di Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI)

Roma, 11 apr.-Siamo convinti che affidare a terzi parte dei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri significa legittimare l’utilizzo di cooperative all’interno dell’ospedale. Tutto questo, per noi, è in antitesi con il potenziamento del servizio pubblico, che ci saremmo aspettati nel post pandemia e che invece non c’è stato.
L’ esternalizzazioni dei servizi medici vanno abolite del tutto e non solo limitate, per evitare emorragie verso il privato. Ci riteniamo, invece, soddisfatti della volontà del legislatore di porre fine al fenomeno dei medici a gettone, figure che rischiano, però, di rientrare nel sistema, con l’esternalizzazione dei servizi medici” così Pina Onotri, Segretario Generale SMI in audizione presso la Commissione Affari Sociali e la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del DL 34/2023, il cosiddetto Decreto Bollette.
“Siamo d’accordo con aumento dell’emolumento orario per i colleghi del pronto soccorso anche se tale aumento fino a 100 euro l’ora riguarda le risorse aggiuntive. Questo è sicuramente un tentativo, apprezzabile, di incoraggiare il personale dipendente stanco e demotivato. Non dimentichiamo, però, i possibili rischi assicurativi e le relative coperture che sono strettamente legate ai riposi compensativi che vengono ampiamente disattesi. Tale aumento, per queste ragioni, va esteso anche ai medici dell’emergenza-urgenza extra ospedaliera in primis e a seguire anche agli altri dirigenti sanitari, nonché ai medici convenzionati a quota oraria”.
“Ci riferiamo non solo ai medici del 118 in convenzione, ma anche ai medici dell’ex guardia medica e ai medici dei servizi, medici convenzionati che lavorano all’interno delle strutture sanitarie percependo 7 euro netti l’ora (considerando le perdite inflattive siamo a meno di 5 euro l’ora, meno della metà di quanto viene percepito da una badante o di una donna delle pulizie), ragione per cui gli incarichi, tra l’altro provvisori, vanno deserti. Rivedere quindi i compensi, ma anche modificare la legge 502 del 92, che prevede che il personale a convenzione all’interno di strutture sanitarie pubbliche vada ad esaurimento. Chiediamo la stabilizzazione a tempo indeterminato dei medici precari della medicina dei servizi e l’assunzione di nuovo personale sanitario a convenzione all’interno delle aziende sanitarie”.
“Dai dati disponibili si evince, inoltre, che ormai la professione medica è donna con percentuali del 55% per la fascia sotto i 65 anni, il 60% nella fascia d’età sotto i 50 anni, mentre trai 40 e i 44 anni il 64% è donna.
Soprattutto per le donne medico occorre una migliore organizzazione del lavoro con la possibilità di poter accedere a forme di lavoro flessibile o part time, di accedere ad altre mansioni inerenti all’incarico in caso di inabilità, di prevedere forme di welfare che sono attualmente riconosciuti ad alcuni dipendenti della pubblica amministrazione o a lavoratori di aziende private (tipo asili nido, rimborso per badanti o case di cura per genitori non autosufficienti, o figli disabili). Queste nuove tutele potrebbero essere lo strumento per ricreare una nuova e più convinta fidelizzazione al SSN.
“In sintesi chiediamo che nell’ambito del PNRR, e in particolare nella missione M5C1 riguardante la sanità, s’introduca un sistema di certificazione della parità di genere; tutto questo chiaramente è impossibile senza risorse extracontrattuali che non sono previste per gli attuali accordi in discussione”.
“In merito alla norma sulla violenza agli operatori sanitari, bene la procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene considerato che abbiamo tre colleghe uccise durante l’orario di servizio, aggredite e persino abusate. Riteniamo che il tutto debba essere accompagnato da una campagna istituzionale d’ informazione alla popolazione sul corretto utilizzo dei servizi sanitari avvalendosi dei media nelle fasce di maggior ascolto e di social media. Deve essere reintrodotta la medicina scolastica per una maggiore consapevolezza delle future generazioni alla prevenzione, alla cura e al concetto di salute in generale”.

Ufficio Stampa