Lo sciopero contro le specializzazioni in emergenza-urgenza è corporativo

Print Friendly

Lettera aperta ai medici anestesisti del Vicesegretario nazionale Francesco Medici

Cari colleghi,
ieri, nel corso della manifestazione nazionale indetta dalla dirigenza medica, veterinaria e amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale, contro la prossima Finanziaria, per il rinnovo del contratto e per l’aumento degli stanziamenti per la sanità pubblica, abbiamo assistito ad un episodio strano, per non dire surreale. A Roma, a pochi metri dai palazzi dove si sta consumando un duro scontro sulla prossima manovra di bilancio, moltissimi medici, unitariamente, hanno discusso e si sono impegnati per mettere al centro dell’agenda politica italiana le sorti del SSN e quella di migliaia di professionisti che vi operano.

Percorsi politico-sindacali differenti si sono messi a confronto per affermare il protagonismo dei medici e per rilanciare la centralità della categoria come classe dirigente di questo Paese.

Con questo clima teso e costruttivo ci avviciniamo ad una scadenza importante: lo sciopero del 26 novembre. Ma questa capacità di essere soggetto politico-sindacale unitario è stata messa in discussione dal segretario dell’Arooi, Vincenzo Carpino. Secondo il leader degli anestesisti, la priorità per la sua organizzazione in questa fase è un’altra: opporsi alla nascita delle scuole di emergenza-urgenza ed è per questa ragione che ha intenzione di proclamare una giornata di astensione dal lavoro che, di fatto, impedirebbe la partecipazione allo sciopero indetto per il 26 novembre. Una decisione ormai non revocabile (?).

Non vogliamo entrare approfonditamente nel merito di questa protesta, lo abbiamo già fatto in passato dicendo che è sorretta da motivazioni deboli e corporative. Pensiamo, per inciso, che la scuola vada fatta e che gli anestesisti non hanno  niente da temere, anzi dovrebbero sostenerla.

Venire ne prossimo futuro a confronto con colleghi meglio preparati di quanto oggi siamo tutti noi medici di urgenza è un valore aggiunto per tutti.

Ma addirittura vedere anteporre questa questione alle ragioni di tutti i medici che lottano per il rinnovo del contratto di lavoro, ci sembra una scelta assurda, anzi, prendendo a prestito un linguaggio di altri tempi, “gruppettara”.

Ci chiediamo, allora, cosa ci facesse ieri Carpino alla manifestazione di Roma, forse a dirci: “armiamoci e…partite”. Voi pensate e combattete per i problemi di tutti Noi difendiamo gli interessi di pochi.

Gli anestesisti sono di fronte ad un bivio. Da un lato c’è una strada sbagliata, che porta polemiche e divisioni che non giovano ai nostri obiettivi comuni. Dall’altra c’è l’unità della categoria per ottenere più risorse in Finanziaria, il rinnovo dei contratti, la rivalutazione dell’indennità di esclusiva, il blocco del precariato.

Con queste motivazioni, cogliamo l’occasione per invitare tutti i colleghi anestesisti a scioperare con noi il 26 novembre e di privilegiare la difesa dei propri interessi, anziché lanciarsi in battaglie di retroguardia.

Francesco Medici
Vice segretario nazionale SMI