Sciopero Nazionale. Per lo Smi l’astensione è un successo dell’unità dei Medici: adesione massiccia, ma da gennaio anche disobbedienza civile e sciopero telematico

Print Friendly

C__Data_Users_DefApps_AppData_INTERNETEXPLORER_Temp_Saved Images_ratiocrop(1)

Pina Onotri: “No a giochi di prestigio sulla pelle dei precari con la Legge di Stabilità. Risorse certe e basta tagli: assunzioni e potenziamento delle Cure Primarie e dell’Emergenza. La lotta agli sprechi si fa eliminando l’ingerenza della malapolitica nel Ssn”

Soddisfazione per il grande successo di adesione all’astensione dal lavoro (circa il 75 % sia negli ospedali sia sul territorio) è stata espressa dal Sindacato dei Medici Italiani-Smi che, però, rilancia proponendo un’ulteriore mobilitazione da gennaio. Dallo Smi l’idea di uno sciopero telematico, di una disobbedienza civile generale contro i compiti burocratici impropri che oberano l’attività dei camici bianchi.

Duro il monito di Pina Onotri, segretario generale Smi, all’Esecutivo Renzi e al ministro Lorenzin: “Diciamo al Governo che non crediamo più agli assegni in bianco, alle promesse di investimenti per le assunzioni con risorse derivanti dai ‘presunti’ risparmi delle Regioni. Sui precari, sugli orari di lavoro, sulle carenze di personale, sulla modernizzazione delle cure primarie e del sistema di emergenza e del territorio, sulla complessiva qualità dei servizi per i cittadini, vogliamo risposte chiare, con risorse certe. No a giochi di prestigio!”.

“Il successo della protesta di oggi deve essere lo stimolo per un’iniziativa unitaria ancora più forte da gennaio – conclude Onotri – servono giornate di astensione, ma anche uno sciopero telematico contro tutti i compiti burocratici impropri che oberano il lavoro dei medici.

Al ministro Lorenzin e ai presidenti delle Regioni un richiamo: si impegnino a tagliare le ingerenze della malapolitica e gli sprechi che ne conseguono, invece di fare liste di farmaci e prestazioni inappropriate, anticamera di un ulteriore depotenziamento e impoverimento della sanità pubblica”. (Fonte: Sindacato Medici Italiani)