Lazio. Ticket, la Regione stana gli evasori e batte cassa

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Ammonterebbero a 30/40 milioni di euro i mancati introiti che la Regione ora intenderebbe recuperare sollecitando gli evasori a pagare il dovuto. Su un milione di pratiche esaminate, 235mila sarebbero quelle non pagate. Santori (Gruppo Misto) annuncia una interrogazione: “Per me sono partite migliaia di cartelle pazze”.

Tra il 2009 e il 2010 un cittadino laziale su quattro ha dichiarato il falso per ottenere l’esenzione dal ticket per le prestazioni sanitarie senza averne diritto. Ma ora rischia di trovarsi alla porta un funzionario Equitalia. La Regione Lazio, infatti, ha dato il via a un’azione di smascheramento e recupero delle somme dovute, una ad una. A rivelarlo è il quotidiano Messaggero, secondo il quale gli avvisi “bonari” in arrivo nelle case di Roma e di altre 4 province sarebbero 235mila su un milione di pratiche scandagliate, una su quattro, appunto. Starà poi ai cittadini decidere se contestare l’addebito, dimostrando la presenza di errori da parte della Regione, o se regolare in fretta la loro posizione e pagare il saldo (al costo del ticket si sommano gli interessi) per scongiurare l’attivazione della procedura del recupero crediti coatto attraverso Equitalia. “Ma per i tecnici – riferisce ilMessaggero - le possibilità di errore sono molto ridotte”, grazie all’intreccio diretto dei dati dell’Agenzia delle Entrate con quelli in possesso della Regione, “ma non del tutto escluse, anche se abbiamo fatto attenzione a sgomberare dalla lista le patologie più gravi”.

Mentre sarebbe da addebitare a un errore del sistema informatico le richieste di rimborso che starebbero arrivando ad alcune donne per prestazioni offerte dai consultori dell’Asl Rm/D. Il sistema, secondo quanto spiegato dal Cobas in una nota, “non sarebbe in grado di differenziare le prestazioni consultoriali che verrebbero quindi assimilate a qualsiasi altra prestazione ambulatoriale. Il sistema dei flussi informativi riguardanti i Consultori della Asl Rm/D sarebbe infatti inserito nel Cup generale e non in un sistema separato come avverrebbe in altre ASL”.

Secondo il 
Messaggero, l’operazione, alla fine, dovrebbe permettere alla Regione di recuperare tra i 30 e i 40 milioni di euro. Dalla Regione, finora, nessun commento, anche gli sportelli dei Cup e gli uffici relazioni con il pubblico della Regione sarebbero già stati presi d’assalto e avrebbero già iniziato a fornire chiarimenti. Intanto il consigliere regionale del Gruppo Misto Fabrizio Santori ridimensiona casi e numeri: “Per me sono partite migliaia di cartelle pazze”, afferma attraverso la sua pagina Facebook, annunciando l’intenzione di presentare un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, “per chiedere lumi in merito ai criteri e alle metodologie adottate per la definizione degli evasori, chiedendo un incontro urgente anche in commissione Salute. Bene la lotta agli evasori e ai furbetti del ticket sanitario, ma fatta la dovuta premessa siamo certi che non si tratti di cartelle pazze? 235mila evasori sono molti, ma molte sono anche le richieste di cittadini che ci riferiscono di situazioni gravi con relativo diritto all’esenzione. Non vogliamo tutelare neanche un evasore – spiega Santori – ma allo stesso tempo con chiarezza diciamo che non vorremmo neanche si trattasse di un’operazione propagandistica con lo scopo di colpire i pazienti e raccogliere ulteriori risorse. Sarebbe gravissimo se si crea l’ennesimo stato di ansia a danno dei cittadini, in particolare di quelle famiglie che già vivono i disagi della sanità e del loro stato di malati”. (Fonte: Quotidiano Sanità)