Parto in casa. Ostetriche sostengono il Decreto del Lazio. “Ma valorizzando la nostra professione”

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Per la Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche il decreto regionale che offre 800 euro di rimborso a chi sceglie di partorire in casa “sottende una maggiore sensibilità verso la centralità della donna”. Ma “è imprescindibile dalla valorizzazione della figura professionale ostetrica”.

La Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche plaude al Decreto firmato dal Presidente Nicola Zingaretti che fissa una tariffa di 800 Euro per coprire le spese che deve affrontare chi sceglie di dare alla luce un bimbo tra le pareti domestiche. “La Fnco apprezza la scelta della Regione Lazio poiché sottende una maggiore sensibilità verso la centralità della donna ed una particolare attenzione al rispetto della scelta della donna/coppia in merito al luogo dove vivere l’esperienza della nascita del proprio figlio”, si legge infatti in una nota della Federazione. Secondo la quale “si tratta di un modello assistenziale ostetrico già adottato in altri paesi che, all’interno di un sistema di cura basato sulla presa in carico precoce della donna, sulla continuità e personalizzazione dell’assistenza ostetrica, offre l’opzione del parto domiciliare a tutte le donne in salute che presentano una gravidanza ad evoluzione fisiologica”.

Tuttavia, per la Fnco la decisione, che “si colloca all’interno di un progetto complessivo di riorganizzazione del sistema salute pubblico territoriale con un rafforzamento della rete consultoriale”, è “imprescindibile dalla valorizzazione della figura professionale ostetrica”.

In questo modo le donne non correrebbero rischi. Al contrario si otterrebbero vantaggi. “Lo studio di Janssen PA et al. Outcomes of planned home birth with registered midwife versus planned hospital birth with midwife or physician (CMAJ 2009;181:6-7;377-383 [Medline]) – sottolineano infatti le ostetriche nella nota – conferma che, in una popolazione selezionata, il parto a casa assistito da ostetriche competenti è associato ad una incidenza di mortalità perinatale comparabile a quella dei parti in ospedale e ad una riduzione dei tassi di interventi ostetrici e di alcuni esiti avversi materni e neonatali”. E ancora, “la revisione Cochrane 2013 Planned hospital birth versus planned home birt, Olsen O, Clausen JA conclude inoltre che non vi sono dati sufficienti per affermare che il parto a domicilio sia meno sicuro rispetto al parto in ospedale”.

Per la Fnco “ne deriva pertanto la necessità di attuare l’azione n. 8 (relativa alla formazione degli operatori) dettata dall’ Accordo Stato Regioni del 16.12.2010 Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo attivando, in raccordo con il MIUR, sistemi per la verifica ed adeguamento dei livelli formativi teorico-pratici delle scuole di specializzazione in ginecologia ed ostetricia, nonché in pediatria/neonatologia e del corso di laurea in ostetricia, in linea ed in coerenza con gli standard assistenziali”. (Fonte: Quotidiano Sanità)

 

 

Parto in casa: la risposta della regione Lazio. (Scarica la documentazione)

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