Siglato accordo tra medici, fisici e tecnici per il management nelle prestazioni di radioterapia

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Il medico  responsabile della prestazione nella sua completezza. Gli altri professionisti sanitari, e in particolare il Tsrm, hanno però le specificità di competenza ed autonomia professionale indispensabili  all’esecuzione della prestazione. Fermo restando che ogni professionista è responsabile degli atti e dei processi nei quali è chiamato ad intervenire. IL TESTO DELL’ACCORDO.

“Non possiamo che dichiararci soddisfatti dell’accordo raggiunto da medici, fisici medici e tecnici sanitari di radiologia medica in materia di ‘Management della erogazione delle prestazioni in radioterapia’ accordo che, dopo il via libera dato dalle associazioni di categoria (Aitro e Aifm, Snr e Tsrm), è stato  inviato al ministero della Salute per la ratifica finale” dichiarano Francesco Lucà, delegato Airo e Snr eAlessandro Beux, presidente del Collegio della Federazione dei tecnici di radiologia.

“Questa intesa – si legge in una nota – fa seguito a quella di dicembre tra tecnici e radiologi sul management dell’erogazione delle prestazioni di diagnostica per immagini, e rappresenta un ulteriore segnale della collaborazione e della comunione di intenti che caratterizza tutti i lavoratori dell’area radiologica che, consapevoli di come la rapida evoluzione tecnologica renda le nostre professioni sempre più complesse, vogliono, con questi strumenti, ridefinire ambiti di attività e compiti di ogni operatore, allo scopo di garantire standard qualitativi sempre più elevati”.

“L’obiettivo del documento – spiegano gli operatori –  non è quindi di creare uno steccato fra i singoli operatori, ma anzi, ribadire che l’attività radioterapica necessita di un approccio multidisciplinare nel quale medici, fisici e tecnici, pur con le proprie competenze e autonomie, sono chiamati a collaborare seguendo percorsi condivisi. Se, quindi, la responsabilità clinico- radioterapica della prestazione resta in capo al radioterapista, questi dovrà avvalersi della consulenza imprescindibile di fisici e tecnici, ai quali sono affidati gli aspetti pratici per l’applicazione delle procedure”. “La nostra speranza- concludono Lucà e Beux – è di coinvolgere in questo cammino di concertazione anche le altre figure professionali del settore, così da garantire ai pazienti che la complessità e la ricchezza delle prestazioni erogabili, va di pari passo con la loro qualità ed efficacia”.

Le conclusioni del documento d’intesa

“L’equilibrio e l’intesa del gruppo multidisciplinare dell’area della radioterapia oncologica , soprattutto fra Medici, Fisici medici e TSRM – si legge nel paragrafo conclusivo del documento sottoscritto – garantiscono efficacemente i livelli qualitativi necessari per un’attività terapeutica complessa.
Nelle esposizioni mediche non è possibile separare gli aspetti clinico–radioterapici da quelli della verifica e valutazione delle dosi impartite  e dell’atto tecnico radiologico, tutti compresi nella prestazione di Radioterapia Oncologica.
Inoltre un livello elevato di competenza e una chiara definizione delle responsabilità e dei compiti di tutti i professionisti coinvolti nell’esposizione medica sono fondamentali per assicurare un’adeguata garanzia di processo terapeutico ai pazienti sottoposti a procedure di Radioterapia Oncologica.
Il Medico Radioterapista Oncologo è il responsabile della prestazione nella sua completezza per tutti gli aspetti clinico – radioterapici; trova però tra gli altri professionisti sanitari le specificità di competenza ed autonomia professionale indispensabili  all’esecuzione di una prestazione di Radioterapia Oncologica appropriata, giustificata ed ottimizzata. In particolare trova nel professionista TSRM tutte le specificità di competenza e conoscenza, al quale riconoscere l’autonomia professionale nella gestione dell’atto tecnico radioterapeutico. Ogni professionista è responsabile degli atti e dei processi nei quali è chiamato ad intervenire.
AIRO, AIFM, SNR e FNCTSRM intendono fornire il loro contributo al sistema sanitario per la creazione di modelli organizzativi, capaci di garantire percorsi di eccellenza”. (Fonte: Quotidiano Sanità)