Assotutela: “Tra pac e day-service ci sono le liste d’attesa infinite”

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“A sentire la giunta guidata dal presidente Nicola Zingaretti i cittadini del Lazio dovrebbero esultare a sapere della firma del decreto per l’avvio dei Pac (pacchetti ambulatoriali complessi) e dei Day service. E invece noi sappiamo bene intanto che è un provvedimento che Zingaretti ha preso dal cassetto dell’ex presidente Marrazzo e poi che per attuare un protocollo di screening così dettagliato c’è necessità di avere liste d’attesa nella norma”. Lo dichiara il presidente di Assotutela, Michel Emi Maritato. “Mentre le liste d’accesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie nel Lazio sono tutt’altro che nella norma anzi, l’impegno che a parole ci ha messo il governatore è volato via con il vento e ci ritroviamo a dover aspettare anche 60-90 giorni per una visita specialistica e anche oltre 150 per un esame diagnostico. Per non parlare invece  – precisa Maritato – di esami specifici come ecocolordoppler, ecodoppler, scintigrafia, eco addome dove si arriva ad attendere anche di più. Peggio va invece per le ecografia di cute e sottocute e per le mammografie: le attese a volte superano anche i 360 giorni”. “A questo punto il governatore Zingaretti dovrebbe spiegare ai cittadini come risolvere questo problema e soprattutto come conciliare il servizio di Pac e di Day service che intende offrire con i tempi di attesa riportati dalle agende di prenotazione. E’ un’incongruenza plateale che purtoppo paga la persona malata e sempre più spesso colui che si sottopone a screening. Per cui – conclude Maritato – è necessario che la giunta regionale e il commissario Zingaretti in primis provveda a chiarire l’importanza delle screening e della prevenzione in concomitanza con i tempi per accedere agli esami di diagnosi e verifica dello stato di salute. Non si può dire a tutte le donne oltre i 45 anni di fare ecografia mammaria e mammografia per prevenire il carcinoma mammario quando poi per accedere a questi esami si aspettano oltre 10 mesi. Zingaretti ci pensi!”. (Fonte: Agenparl)