Smi-Lazio: “Casa della Salute” di Rocca Priora è un altro passo avanti per il rilancio della sanità territoriale, ma c’è ancora molto da fare. Zingaretti non dimentichi l’importanza del nuovo “Regina Margherita” e si ispiri ad esso per le future Cds

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«L’inaugurazione della “Casa della Salute” (Cds) all’interno dell’ospedale “Cartoni” di Rocca Priora, rappresenta un altro passo avanti importante nella riorganizzazione della sanità territoriale del Lazio. Ma c’è ancora molto da fare per fornire la nuova struttura di tutti i servizi promessi». Lo ha dichiarato Francesca Perri, responsabile nazionale 118 e Pronto Soccorso per Smi-Fvm, che ha aggiunto: «Ma, in occasione del taglio del nastro della nuova struttura dei Castelli, avremmo apprezzato che il presidente della Regione Nicola Zingaretti avesse citato, oltre alle Cds di Sezze, Pontecorvo e Rocca Priora, anche il “Nuovo Regina Margherita”, collocato nel centro storico della Capitale e che, pur non chiamandosi “Casa della Salute”, di fatto lo è dal 2007».

Per la Sindacalista, non menzionare tale struttura regolarmente funzionante, «significa disconoscere alcune delle realtà esistenti e non utilizzare l’esperienza fatta per il pieno funzionamento di tutte le future Cds». La proposta dello Smi-Lazio è infatti «quella di prendere come esempio l’organizzazione del “Nuovo Regina Margherita” fornito di tutti i servizi: la radiologia, il laboratorio analisi, il Centro residenziale psichiatrico, con l’ambulatorio di Medicina Generale aperto in  H24 e gestito da medici giovani e motivati, ossia da medici di Assistenza Primaria che hanno meno di 650 pazienti e che completano il loro orario di studio andando a coprire turni, a quota oraria, dal lunedì al venerdì in H12. Mentre gli operatori della Continuità Assistenziale (ex guardia medica), coprono le restanti H12 notturne e tutti i festivi, fornendo attività ambulatoriale».

Quindi, Francesca Perri, ha concluso: «Non vorremmo che, tale dimenticanza, rispecchiasse, in qualche modo, il susseguirsi di voci circa la possibile chiusura e messa in vendita del “Nuovo Regina Margherita”. Non dimentichiamo la grave vicenda dell’ospedale “San Giacomo”, chiuso senza riconvertire i posti letto e disperdendone il patrimonio professionale; in quel caso solo l’esistenza di vincoli legali ha evitato un destino speculativo».