IL CASO ENPAM

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Pubblichiamo la relazione della rappresentante SMI all’ incontro con l’ ENPAM e le indicazioni dello SMI per le cose da fare.

Al di la’ dell’ isterismo di massa, la situazione richiede una seria reimpostazione dei parametri e delle modalita’ di intervento dell’ Ente nei mercati immobiliari e finanziari.

La situazione comincera’ a degenerare solo tra alcuni anni, ma e’ necessario intervenire presto e con metodiche serie e concrete. La pubblicita’ data al supposto (fasullo) commissariamento dell’ Ente e’ servita se non altro a porre in luce il problema.

Apri l’ articolo e leggi la storia pregressa e i dettagli sulla vera situazione attuale.

Daniele Zamperini

L’Enpam ha sicuramente diversi problemi, ma le soluzioni non le troveremo nelle polemiche e neppure nello “stringiamoci a coorte” che viene spesso invocato dai vertici dell’ente, bensì in un serio processo riformatore della cassa previdenziale dei medici che dia risposte alle preoccupazioni della categoria e ai rilievi degli organismi di controllo: con l’obiettivo chiaro di difenderne l’autonomia e l’indipendenza.  
Ma andiamo, con ordine, nel merito della questione, per orientarci in questo labirinto.

L’ENPAM, in precedenza Ente di diritto pubblico, è oggi una Fondazione di diritto privato nato dalla trasformazione prevista dal D.L.vo 530/1994.
La Fondazione continua a svolgere le attività previdenziali ed assistenziali a favore di medici ed odontoiatri per le quali l’Ente era stato originariamente istituito. La Fondazione è soggetta alla vigilanza dell’Autorità Governativa e ai controlli della Corte dei Conti.

Per gli effetti del successivo D.L.vo 231/2001 il Consiglio di Amministrazione dell’Ente procede all’approvazione
-          del modello organizzativo della Fondazione ex D. L.vo 231/2001
-          del codice etico
-          dello statuto dell’organismo di vigilanza ex D. L.vo 231/2001
-          del regolamento della funzione di Internal Auditing

L’Organismo di Vigilanza (OdV) si insedia il 30 maggio 2008 e presenta una relazione in data 15 maggio 2009 relativa al periodo giugno 2008-maggio 2009. In essa vengono segnalate forti criticità segnalando in particolare “la necessità di intervenire prioritariamente, e con ogni possibile urgenza, per una revisione complessiva di tutte le procedure di investimento…”. Per questo ed altri motivi l’OdV conclude che “non è in grado di riferire sull’attività del … Servizio investimenti e gestione finanziaria e .. del Dipartimento del patrimoni immobiliare”.
L’OdV viene soppresso e nel settembre 2009 viene unificata la funzione di “internal auditing” con il “Servizio pianificazione controllo e rischi” e viene istituito il Servizio Controllo di Gestione.
Il destino dell’OdV si lega ad una serie di avvenimenti e di nuovi soggetti di controllo che intervengono successivamente. Ma l’OdV pone all’attenzione un elemento fondamentale ovvero le scelte di investimento, mobiliare e immobiliare, che l’ENPAM adotta e che sono state oggetto di esposizione mediatica e di contrasti interni, nonché di contenziosi legali.

La Corte dei Conti, dal controllo sulla gestione finanziaria per gli esercizi 2008-2009, conclude:
“ Le scelte di investimento compiute dalla Fondazione nel corso dei due anni considerati hanno condotto a una ulteriore, progressiva riduzione del peso delle attività immobiliari, che a fine 2009 pesano appena più di un terzo sul totale.
All’interno degli investimenti immobiliari, continua a ridursi la quota degli investimenti detenuti direttamente, mentre aumentano le partecipazioni detenute in società e fondi immobiliari.
Di converso si accrescono la dimensione assoluta e il peso delle attività finanziarie, soprattutto nella componente delle immobilizzazioni, ma anche nelle attività non immobilizzate. …..
La Fondazione ha chiuso il 2008 con un utile di esercizio di 676 milioni di euro, in calo di oltre un quarto rispetto all’anno precedente. Il peggioramento del risultato finale è stato in larga misura determinato dalle rilevanti rettifiche di valore che è stato necessario apportare alle attività finanziarie (-548 milioni): oltre alcune poste minori, queste ingenti svalutazioni sono state conseguenza dì 145 milioni di differenza negativa fra il valore di bilancio e il valore di mercato di titoli iscritti nell’attivo circolante, nonché dell’accantonamento di 400 milioni a fronte della potenziale perdita di valore durevole delle immobilizzazioni finanziarie per effetto della crisi …
….destano invece serio allarme le conclusioni cui giungono i nuovi bilanci tecnici, aggiornati a fine 2009, redatti per ciascuno dei fondi previdenziali gestiti dalla Fondazione.

Ne emerge una situazione economico finanziaria che diviene instabile entro un lasso di tempo piuttosto breve. Nel totale dei Fondi gestiti, le uscite previdenziali eccederanno i contributi già nel 2020. Anche aggiungendo alle entrate contributive le altre entrate derivanti dai redditi patrimoniali, e aggiungendo alle uscite le spese di assistenza e le spese amministrative, si giunge a una situazione di disavanzo a partire dal 2022. Il patrimonio rimane superiore a cinque volte le uscite correnti per pensioni fino al 2023; da allora diviene insufficiente rispetto al vincolo citato, e diviene addirittura negativo a partire dal 2032. Alla fine del 2040 il patrimonio sarebbe negativo per oltre 26 miliardi.
Il fondo specialisti esterni è in disequilibrio già oggi. Ma nessuno dei fondi mantiene un equilibrio economico neanche nella più breve prospettiva dei trenta anni; da qui a venti anni solo il Fondo generale – quota B – rispetterà il vincolo di un patrimonio almeno pari a 5 volte le pensioni correnti; ma già nel 2032 neanche questo Fondo lo rispetterà più.

La Corte concorda con quanto sottolineato nei bilanci tecnici aggiornati al 31 dicembre 2009 riguardo la necessità che vengano assunte con urgenza misure idonee a riportare la gestione in equilibrio”.
In sintesi: la Corte dei Conti, dal controllo sulla gestione finanziaria per gli esercizi 2008-2009, ha rilevato la criticità degli investimenti mobiliari (che coprono oltre la metà del bilancio) e la tenuta economica dell’Ente nel lungo periodo.
Negli investimenti mobiliari a fine 2009 sono contenuti: “Titoli con rischio capitale” (non è garantito il rimborso del valore nominale quindi con possibile perdita del capitale investito) per un valore di 665 mln e “titoli con rischio contrattuale” (il cui valore di mercato è già inferiore al nominale) per 265 mln, per un totale di 930 mln. Sono titoli con presunta alta redditività ma con reale alto rischio, che già si è concretizzato. Infatti, si è dovuto procedere ad un loro rifinanziamento (ristrutturazione pari a 102,6 mln) per tamponare le perdite, sperando in una ripresa dei mercati, e ad accantonare, a copertura del rischio, al 2009, 317 mln. Una condizione di investimento che pone a rischio, nell’ipotesi peggiore circa1.350 mln. Tale trend è mantenuto nel bilancio 2010, in via di approvazione, nonché nel bilancio preventivo 2011.
Nello specifico settore finanziario ENPAM si è dotata della funzione di garanzia e di controllo finanziario, denominata Risk Manager. Archiviata la funzione interna dell’OdV, per il triennio2009-2011 La Fondazione ha stipulato un contratto di assistenza tecnica e commerciale per la funzione di Risk Manager con la Società Mangusta Risk UK Ltd.

Nel Febbraio 2010 sulla gestione delle attività mobiliari e immobiliari dell’Ente è intervenuto il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna e proponendo di sottoporle a analisti e consulenti finanziari. Il Consiglio di Amministrazione da mandato al presidente, tra gli altri, di nominare consulenti fiscali e legali, e contestualmente affida alla Società SRI Capital Advisers Ltd l’analisi del portfolio mobiliare e l’individuazione di eventuali criticità.
Benché il contratto prevedesse il divieto di divulgare i dati relativi alle prestazioni e servizi affidati, SRI rende noto il rapporto finale con una forte critica al Risk Manager Mangusta e al suo operato relativamente ai titoli CDO (Collateralized Debt Obligation, ovvero i famosi titoli tossici).
Su questa partita si è innescata la querelle riportata dalla stampa dove i dubbi sulla solidità finanziaria dell’Ente sono stati messi in relazione con la questione degli investimenti finanziari, cosa che di fatto non è. Dato l’antefatto bisogna puntualizzare alcuni aspetti:
-          per effetto della Finanziaria 2007, l’equilibrio di gestione degli Enti previdenziali ha una proiezione trentennale (e non più quindicinale come nel caso dell’ENPAM) ovvero l’Ente deve prevedere una capacità di erogazione delle pensioni per un arco di 30 anni, intervenendo con misure idonee al raggiungimento dell’obiettivo
-          lo spostamento della “asticella” verso l’alto ha richiamato l’attenzione sui bilanci che, se fino a poco tempo fa risultavano floridi e capienti rispetto all’obiettivo quindicinale, oggi appalesano, in assenza di interventi che invertano il rapporto entrate-uscite, il rischio concreto di insolvenza dell’Ente già a partire dal 2023 e per tutti i fondi gestiti
-          l’attenzione sui bilanci e le modalità con cui sono stati resi noti ha creato un forte allarmismo nella categoria ma ha rivelato, ad un pubblico molto più ampio, le scelte di investimento operate dall’Ente con particolare rilevanza per quelle finanziarie a rischio, per quanto queste ultime siano una percentuale abbastanza bassa degli interi investimenti.

LE PROPOSTE DELLO SMI

L’ENPAM, purtroppo, sembra solo oggi accorgersi dell’urgenza di interventi strutturali al fine di evitare quanto è nelle previsioni economiche e raccoglie anche la richiesta dello SMI di organizzare un incontro con i sindacati medici, che si tiente il 17 giugno scorso, presenti il Presidente Parodi, il Presidente Vicario Oliveti e il Vice Presidente Malagnino. I vertici illustrano i fatti, analizzanno le diverse cause dello squilibrio economico dei fondi e ipotizzano interventi di riequilibrio, chiedendo alla categoria di supportare l’Ente in questo percorso. Lo SMI, presente all’incontro, costruttivamente ha posto alcune questioni ch evi elenchiamo:
-          L’innalzamento della “asticella” non può essere considerata la causa principale dello squilibrio economico e in ogni caso dal 2007 ad oggi non sembra aver rappresentato una preoccupazione per l’Ente che ha sempre rappresentato una situazione positiva, solida e dal futuro roseo, rimandando così nel tempo l’avvio di riforme strutturali dell’Ente stesso
-          L’Ente ha apparentemente sottostimato, o non lo ha reso noto, gli effetti della precarizzazione dell’occupazione medica, fortissima negli ultimi anni, incentrando di più l’attenzione sul prolungamento della vita media e sul conseguente maggior numero di anni di erogazione individuale del trattamento pensionistico
-          L’Ente ha sottostimato il dato certo del calo dell’occupazione medica e della conseguente riduzione delle entrate contributive
-          L’Ente non può affermare che tutti i medici sono rappresentati attraverso gli Ordini e quindi la non necessità della componente sindacale nella interlocuzione e nella partecipazione alle scelte di gestione, poiché la materia previdenziale e assistenziale, in particolar modo per la componente convenzionata è una componente della contrattazione e non certa materia ordinistica; sono quindi le .OO.SS. i veri portatori degli interessi previdenziali dei medici e con essi l’Ente deve rapportarsi anche come ovvia prosecutio delle scelte sottoscritte nei rinnovi contrattuali. Non è ammissibile che solo alcuni sindacati, in quanto forti nella rappresentazione ordinistica in seno al Consiglio Nazionale e al CdA dell’ENPAM, abbiano un ruolo privilegiato di incidere sulla materia
-          Non è ammissibile che l’Ente faccia investimenti che mettano a rischio il capitale, ovvero i contributi versati dai medici
-          Non è più rinviabile una riforma strutturale dello Statuto e degli organi statutari dell’Ente che vada nella direzione di una piena rappresentatività degli stessi legittimati da modalità elettive dirette e non mediate dai Presidenti di Ordine.
-          È necessario un ridimensionamento dei costi dell’Ente in particolare per alcune voci, come osservato anche dal Collegio Sindacale in merito all’alta posta di bilancio per consulenze esterne.
È evidente che non è più sufficiente richiamare la categoria alla difesa acritica dell’Ente: è giunto il momento di aprire una fase nuova per la riforma dell’Enpam all’insegna della partecipazione, basata una politica di saggi e oculati investimento, scevri da conflitti di interesse, in assoluta trasparenza e con una informazione puntuale ed esaustiva. Ora attendiamo le proposte e le possibili soluzioni alle criticità presenti e future nell’ottica di un confronto costante e costruttivo, nell’interesse dei medici.