Dallo Smi un sì forte alla mobilitazione unitaria e allo sciopero generale: «Ma serve continuità e incisività contro il progetto di demolizione della sanità’ pubblica»

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Pina Onotri, segretario nazionale Smi: «Necessario bloccare i processi dissimulati di privatizzazione e si faccia marcia indietro sul “federalismo in salsa italiana”. Risorse adeguate e livelli essenziali di assistenza per i cittadini, si garantiscono solo con una regia nazionale e con indicazioni uniformi su tutto il territorio. Basta con le “invenzioni” di alcuni Governatori e con la sanità regionale come fosse un “bancomat”: fonte di sprechi, prebende e poltrone». Dal Consiglio Nazionale Smi lanciate quattro campagne per il 2016.

Si è tenuto lo scorso fine settimana, a Tivoli, il Consiglio nazionale del Sindacato dei Medici Italiani. Il segretario nazionale dello Smi, Pina Onotri, alla vigilia della manifestazione unitaria nazionale a Roma del prossimo 28 novembre e dello sciopero generale della sanità il 16 dicembre, ha confermato la volontà di proseguire con le iniziative unitarie e ha rivolto un appello a tutte le altre organizzazioni: «Le iniziative devono essere quanto più efficaci e incisive per contrastare il processo di demolizione della sanità pubblica e di precarizzazione della professione medica». «Da anni – continua il segretario nazionale Smi – è in corso un processo di depauperizzazione del Ssn, di marginalizzazione dei medici dal governo del sistema, di continuo trasferimento di competenze e responsabilità alle Regioni: porta di ingresso delle ingerenze dei partiti e dei “ragionieri” dei tagli lineari, delle riorganizzazioni dei servizi a isorisorse, dell’aperta confusione di ruoli nel rapporto tra territorio e ospedale, anche sulla continuità dell’assistenza, dei turni orari massacranti e dei contratti atipici e a tempo determinato, della riduzione dei posti letto, e magari, in alcuni casi come il 118, anche della demedicalizzazione. Per tutte queste ragioni, e per molte altre, prima fra tutte l’attacco stesso alle prerogative e all’autonomia professionale dei medici, come nella vicenda della proposta di sanzioni sull’inappropriatezza prescrittiva, che la mobilitazione è urgente e necessaria». «Ma non basta – conclude Onotri – serve unità, ma anche coraggio, dobbiamo coniugare “protesta e proposta”, definendo gradualmente obiettivi e iniziative anche per il 2016. Come Smi abbiamo individuato appunto quattro campagne per il 2016, per dare continuità e incisività alla lotta dei medici italiani (di seguito). Ma due sono le premesse: no a processi dissimulati di privatizzazione, si faccia marcia indietro sul “federalismo in salsa italiana”. Risorse adeguate e livelli essenziali di assistenza per i cittadini si garantiscono con una regia nazionale e con indicazioni uniformi su tutto il territorio. Basta con le “invenzioni” di alcuni Governatori e con la sanità regionale come fosse un “bancomat”: fonte di sprechi, prebende e poltrone». Lo Smi quindi indica quattro campagne da declinare su tutto il Paese con manifestazioni e convegni:

·STOP AL PRECARIATO E  PER LO SBLOCCO DEI CONTRATTI DELLA DIRIGENZA

·CONTRO L’ECCESSIVA PRESSIONE FISCALE (A PARTIRE DALL’IRAP) E I TROPPI ONERI BUROCRATICI

·PER LA QUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO, DELL’EMERGENZA-URGENZA, DELLE CURE PRIMARIE

·PER LA RIFORMA DELL’ACCESSO, DELLA SPECIALIZZAZIONE E DELLA FORMAZIONE SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE – (Fonte: Panorama della Sanità)