Sanità, record di debiti e di tasse nel Lazio

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La Regione ha un quarto del deficit nazionale e l’addizione Irpef costa fino all’88% in più

Il Lazio ha la maglia nera del disavanzo sanitario italiano. Oltre un quarto del deficit nazionale, infatti, pesa sulla Pisana. Con un conseguente costo sui contribuenti laziali, che sono arrivati a pagare fino all’88% in più di addizionale Irpef rispetto alle altre Regioni. Secondo l’11° Rapporto Sanità curato dal Crea dell’Università di Tor Vergata, il disequilibrio finanziario sembra un problema sostanzialmente superato in Italia: unica rilevante eccezione, nel 2014, il Lazio, che da solo somma il 26,7% del deficit nazionale. Nel 2014 le 5 Regioni con maggior disavanzo (le 2 Province Autonome, Liguria, Lazio e Sardegna) generano l’89,4% della perdita complessiva con una crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente (86,3%). Nel Lazio la pressione tributaria locale in termini di addizionale Irpef è maggiore rispetto a quella di Regioni tradizionalmente in equilibrio: per esempio, più elevata del 23,7% di quella della Lombardia e superiore del 62,0% rispetto al Veneto. Nel Lazio, il contributo che mediamente ciascun contribuente è stato chiamato a versare, nel 2013, in termini di addizionale Irpef è risultato superiore dell’88% a quello versato mediamente da ciascun contribuente residente in Basilicata (la Regione con il contributo medio più basso); l’aliquota media effettiva Irap applicata dal Lazio nel 2012, invece, è risultata superiore dell’1,9% a quella del Veneto. È anche uno degli effetti collaterali dell’abuso di spesa farmaceutica, che nel Lazio nei primi sette mesi del 2015 ha sfondato il tetto previsto dal Ministero della Salute, con 244 milioni di euro in più del budget assegnato. Il monitoraggio della spesa farmaceutica regionale effettuato fra gennaio e luglio dall’Aifa (agenzia italiana del farmaco), infatti, vede il Lazio sul mesto podio delle peggiori in Italia: terzo posto (ex-aequo con la Calabria) dopo Sardegna e Puglia. La maglia nera è per l’incremento della spesa farmaceutica territoriale del 13,7%, sfondando il tetto previsto dal Ministero dell’11,35%, con uno scostamento assoluto di 145 milioni e 494 mila euro. Oltre i limiti ministeriali (3,5%) anche l’aumento della spesa farmaceutica ospedaliera: + 4,9% (con uno scostamento assoluto di 98 milioni e 592 mila euro).

E nella più estesa azienda sanitaria del Lazio è stata convocata una riunione d’emergenza per deliberare la «modifica del bilancio di previsione perché la voce economica che fa sforare la Asl Roma G drammaticamente è la spesa per la farmaceutica convenzionata (8 milioni in più della previsione: la spesa pro-capite media regionale è 154/161, nella Asl Rm G è di 179). La direzione generale ha ribadito «che si dovrà cercare una riduzione della spesa a 360°». Ma ci sono conti da «codice rosso» per tutte le aziende ospedaliere del Lazio: nel 2014 hanno subito perdite complessive per 660 milioni e 867 mila euro. La San Camillo-Forlanini, ha raggiunto anche il primato del peggior deficit italiano: 158 milioni e 627 mila euro. (Fonte: Il Tempo.it)