DALLA CASSAZIONE UNA SENTENZA CONTROVERSA

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È di queste settimane la decisione della Cassazione che annulla la sentenza di assoluzione per un medico accusato del reato di omicidio colposo per aver dimesso un paziente, dopo nove giorni da un intervento chirurgico, seguendo in tal senso le Linee Guida.
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Lo Smi sta in questi giorni valutando con il suo uffici legale le ricadute di questo orientamento, soprattutto per le motivazioni espresse dalla Suprema Corte, nonché raccogliendo le osservazioni del resto del gruppo dirigente, al fine di poter avere una posizione chiara e forte su questo delicato tema. Da un lato infatti si mettono in discussione i criteri economicisti che stanno alla base delle Linee Guida, riaffermando la centralità del ruolo del medico e delle sue scelte (secondo scienza e coscienza), dall’altro, però, e ciò è molto grave, si lascia il professionista solo a rispondere personalmente dal punto di vita legale in un contesto organizzativo complesso quale è la nostra ospedalità pubblica.
Non abbiamo fino ad ora partecipato al “chiacchiericcio mediatico” perché convinti che questa sentenza ha bisogno non di commenti, ma di proposte legislative che mettano al riparo i medici dall’essere i capri espiatori delle disfunzioni del Ssn, salvaguardando allo stesso modo il principio difeso dalla Cassazione: stop agli economicismi nelle definizione delle Linee Guida, maggior peso alle scelte dei medici e alla loro professionalità.