Dopo la chiusura dell’Anmi quali strutture pubbliche per la microcitemia ?La replica della Regione

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Davide Barillari, consigliere del M5S Lazio, dichiara:“Zingaretti ha chiuso il centro studi per le microcitemie di Roma che si caratterizzava per svolgere un’attività di ricerca e prevenzione di eccellenza, con screening nelle scuole e collaborazioni con altri prestigiosi centri di ricerca. Come molte altre strutture pubbliche del Lazio anche questo centro ha subito la scure dei tagli di Zingaretti, secondo alcuni per privilegiare i privati come già accaduto con altre strutture chiuse negli ultimi due anni.

Abbiamo quindi presentato un’interrogazione per saperequali strutture pubbliche stanno svolgendo le funzioni e le attività dopo la chiusura del centro, anche se temiamo di conoscere già la risposta: nessuna. Zingaretti dovrebbe iniziare ad ascoltare i cittadini e gli operatori sanitari che per mesi hanno lottato per non perdere l’esperienza e le competenze del centro ANMI, pensando più al bene della cittadinanza che alla propaganda politica.” «La Regione Lazio non ha chiuso il Centro studi sulle microcitemie dell’Anmi ma ha preso atto che si tratta di una struttura privata non autorizzata e non accreditata con il servizio sanitario regionale.

La sua attività si è svolta fino al 2014 attraverso progetti, una modalità amministrativa che non è più possibile adottare né prorogare. La Regione è disponibile a trovare soluzioni ma esclusivamente nell’ambito delle leggi vigenti». Lo riferisce la Regione Lazio. «Se il Centro studi intende seguire il percorso legittimo per ottenere autorizzazione e accreditamento rispettando i requisiti strutturali e organizzativi previsti, la Regione è, ovviamente, disponibile a prendere in esame tale istanza. – continua la nota – Siamo per altro disponibili, al fine di potenziare l’attività di III livello, a prendere in carico il personale tra biologi e tecnici che ha titolo e che esegue circa 500 prestazioni l’anno di studi diagnostici ed in particolare del Dna dei geni globinici».

«Si tratta di esami che si eseguono nei casi in cui le analisi precedentemente descritte non hanno permesso una diagnosi definitiva. Per quanto riguarda la rete dei centri pubblici del Lazio si precisa che è composta da 7 strutture in grado di fornire l’assistenza richiesta – continua la Regione – e cioè di garantire la diagnosi e la gestione del completo percorso assistenziale dei soggetti con sospetta o confermata diagnosi di microcitemia rara. Ad essi possono rivolgersi tutti i cittadini del Lazio in quanto pienamente operativi presso gli ospedali S. Eugenio, Gemelli, S. Camillo, Policlinico Umberto I, Tor Vergata e Ime, Ospedale pediatrico Bambino Gesù». (Fonte: Online News)