"FIRMA CRITICA" DELLO SMI ALLA NUOVA CONVENZIONE

Print Friendly

Il Consiglio Nazionale SMI del 13 giugno ha manifestato la sua ferma opposizione alla Convenzione gia’ firmata dal sindacato maggioritario. Poiche’ le norme-capestro permettono solo ai firmatari di presenziare ai tavoli periferici (regionali e aziendali) dove la Convenzione trovera’ la sua applicazione pratica, il Consiglio ha deciso di apporre la firma, ampiamente critica, dello SMI, al fine di poter tutelare i nostri iscritti e tutta la categoria in ogni sede.
Riportiamo il Comunicato stampa in materia IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLO SMI DECIDE PER LA "FIRMA CRITICA" DELLA CONVENZIONE DI MEDICINA GENERALE

SMI: UN ACCORDO CHE DANNEGGIA I MEDICI, NELLE TRATTATIVE REGIONALI CONTINUERA’ LA NOSTRA BATTAGLIA

Il 13 giugno si è tenuto il consiglio nazionale dello Smi, dopo un lungo dibattito l’assemblea ha deciso di apporre una "firma critica" alla nuova convenzione di medicina generale.

Alla fine dell’assise, il segretario nazionale del Sindacato dei Medici Italiani, Salvo Calì, ha ribadito le ragioni della ferma opposizione a questo accordo e ha indicato la futura linea sindacale per arginare le
conseguenza negative della nuova convenzione: «Sul territorio, in tutta Italia, in assemblee e nei futuri tavoli regionali e aziendali, lo Smi continuerà l’ "Operazione verità", una campagna di informazione per
difendere i medici di medicina generale (di famiglia, del 118, dei servizi, di continuità assistenziale) da una convenzione "povera e pasticciata", punitiva e piena di carichi burocratici.
La svolta epocale nelle cure primarie, come viene presentata da alcuni sindacalisti sui media, si rivelerà un bluff, un’illusione.
Non ci sono risorse e quindi difficilmente vedremo miracoli, sia dal punto di vista della riorganizzazione dei servizi che da quello dell’innovazione tecnologica. Con grande delusione dei cittadini che si aspettano l’h24 e con grave danno per i medici che vedono il loro lavoro crescere in modo esponenziale e la busta paga ridursi al minimo (non il 4,80% dichiarato, ma meno del 3% è l’incremento reale)».

«Abbiamo firmato – ha concluso Calì – perché è necessario partecipare alle trattative regionali, perché è importante monitorare cosa si farà effettivamente sul territorio. Tante le questioni sul tavolo: la ricetta
elettronica, i flussi informatici, l’h24, le unità di cura, la collaborazione tra le diverse figure sanitarie, il reale impegno delle regioni e gli stanziamenti previsti. Come Smi continueremo con la nostra iniziativa in tutte le sedi, la nostra rimane una firma critica, anzi di opposizione. Vogliamo continuare a difendere e salvaguardare la capillarità dei servizi, la libera scelta e il rapporto fiduciario con il paziente perchè sono la ricchezza e la peculiarità del nostro SSN».