Lo SMI contro la "preintesa": ringraziamo l' On. Sbarbati

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Lo SMI-Lazio ringrazia l’ on.le Sbarbati (PD) per la sensibilità e l’interessamento mostrati alle istanze rivoltole dalla nostra Segreteria (e segnatamente dal Segretario organizzativo Cristina Patrizi)  in merito alla nuova preintesa per la Medicina Generale.
La Senatrice ha presentato, dietro nostro specifico interessamento, una interrogazione a risposta orale che riportiamo integralmente.
Come abbiamo ripetuto piu’ volte nel corso delle nostre riunioni perifieriche, lo SMI sta operando in tutte le direzioni per ottenere modifiche migliorative alla cosiddetta "preintesa" 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
 

 Al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al Ministro dell’Economia e delle Finanze per conoscere, premesso che:

 

·        il grado di civiltà e di modernità di un Paese si determina anche in base ai servizi che riesce a garantire alla popolazione residente;

·        tutti i lavoratori con un contratto di categoria, hanno diritto alla sua scadenza ad un equo rinnovo che tenga conto dell’inflazione e del ruolo che detta categoria svolge nella società;

·        il comparto sanità sta subendo tagli che ricadono sui malati, sugli anziani e più in generale sui mutuati. Sono stati infatti reintrodotti ticket sulle prescrizioni e sulle cure diagnostiche, ridotti i giorni di degenza nelle strutture pubbliche, limitate le prescrizioni dei farmaci più costosi. Queste restrizioni hanno fatto aumentare il lavoro dei medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale – medici di famiglia, di emergenza-118, guardie mediche – che aspettano ancora il rinnovo del loro contratto di lavoro per il biennio 2006/2007;

·        il diritto alla salute e all’assistenza non può essere messo in discussione, soprattutto in tempi di grave crisi economica per le famiglie, gli anziani, i non autosufficienti e le categorie protette;

·        si premia la dirigenza medica a danno dei medici di base; o li si penalizza incentivando la medicina specialistica privata i cui costi elevati ricadono solo sugli utenti;

·        un moderno ed evoluto sistema riconosce ai medici di base un ruolo fondamentale nella società; essi sono punto di ascolto per la popolazione più anziana e sola; 1° livello di assistenza e cura per le famiglie; una delle possibili risposte al risanamento della sanità pubblica;

·        un medico di base che svolge appieno tutte queste funzioni non può vedersi corrispondere, a fronte di una trattativa nazionale in ritardo di quasi tre anni, un incremento del suo stipendio che si attesta al 4,85% che al netto delle contribuzioni previdenziali dell’1,5% completamente a suo carico e al raddoppio del premio assicurativo pari allo 0,36%, determina un aumento netto del 2,5% circa o, cosa ancora più grave, sentirsi proporre di destinare il 30% della sua retribuzione al salario di risultato;

·        il medico assolve alle sue funzioni se è in grado di ascoltare, diagnosticare, curare e assistere i suoi pazienti, se riesce a rassicurare i più vulnerabili e se con risposte puntuali e adeguate è capace di evitare esami inutili, assunzione di medicinali non necessari, ricoveri;

·        un investimento che valorizzi questa categoria e riorganizzi il sistema delle cure primarie, deve rispondere a una diversa domanda di salute, eliminare gli sprechi, creare occupazione di qualità.

 

1.      Con quali tempi intendono arrivare al rinnovo del contratto nazionale e se non ritengono che l’aumento – nelle percentuali proposte – sia inadeguato a trovare la giusta risposta al problema più complesso del risparmio nel comparto sanitario;

2.      se non sia ragionevole anche per i medici di base far ricadere il contributo previdenziale in misura dei 2/3 sulla parte pubblica e 1/3 sui professionisti come per l’area della dirigenza.

 

 Sen. Luciana Sbarbati

  
Roma, 18 febbraio 2009