Onotri (Smi): “Ormai in Italia siamo sempre in attesa delle sentenze perché la politica ha abdicato”

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Per il segretario del Sindacato medici italiani ci sono “molte norme, molti cavilli, molta confusione: meno tutele per i medici e i cittadini. Questo il paradosso”. E poi in riferimento all’ultima sentenza della Cassazione su responsabilità Asl in caso di errore del medico convenzionato: “E’ un segnale positivo, ma ora bisogna voltare pagina”

“In Italia siamo sempre in attesa di una sentenza, perché la politica ha abdicato dal suo ruolo. Molte norme, molti cavilli, molta confusione: meno tutele per i medici e i cittadini. Questo il paradosso”. È quanto afferma in una nota il segretario generale dello Smi, Pina Onotri in riferimento anche all’ultima sentenza della Cassazione sulla responsabilità professionale dei medici convenzionati e delle Asl.

Senza entrare nel merito del dispositivo Onotri lo ritiene, “positivo nella misura in cui il medico non viene lasciato solo dinanzi a ipotesi di responsabilità che a volte discendono proprio dalla assenza di organizzazione delle aziende sanitarie”. ”Rimangono – aggiunge – però, tutte le perplessità per una materia delicata lasciata alle interpretazioni dei tribunali. È incredibile che sia necessario arrivare fino alla Corte di Cassazione per definire un dato evidente: il lavoro dei medici, convenzionato o ospedaliero, è fortemente condizionato dall’organizzazione dei servizi da parte dell’Azienda sanitaria. In questo senso, la decisione è un segnale positivo, ma ora bisogna voltare pagina”.
 
“Sia chiaro –  conclude – i tribunali ordinari e amministrativi fanno solo il loro lavoro, Ma serve una seria semplificazione e leggi chiare. Le sentenze sui casi di responsabilità professionale, ma anche la recente decisione del Consiglio di Stato che riammette trecento candidati al corso di ammissione alla scuola di specializzazione, sono la prova di un quadro politico contraddittorio incapace di governare, in generale, i conflitti sociali, e in particolare le stesse dinamiche di gestione della sanità, con la conseguenza di una giudiziarizzazione esasperata di ogni problema”. (Fonte: Quotidiano Sanità)